Allegoria del lavoro
- Data: 1905
- Materia e tecnica: olio e tempera su tela
- Misure: cm 100x148
- Firma e scritte: firma in basso a destra “AT 1905”
- Acquisizione: da Istituto Professionale e Casa di Riposo Giovanni Pascoli, divenuto comunale nel 1992
- Inventario: 1991/1066
L'artista e l'opera
Nel 1905 il pittore livornese Adolfo Tommasi ha 54 anni. Due anni prima una sentenza del Tribunale lo aveva obbligato a risarcire il Ricovero di Mendicità di Livorno per un debito precedentemente contratto, che l’artista aveva proposto di saldare attraverso l’arte. L’istituto gli chiede quindi di decorare la Sala dei Benefattori, allora in corso di ideazione, realizzando due ritratti di filantropi e 4 allegorie dei principi fondanti (La beneficenza, L’educazione, L’industria e Il lavoro), da collocare nel fregio lungo la fascia superiore delle pareti.
L'opera
Con una pittura magra e poco coprente, che fa emergere i segni a matita della “quadrettatura” (la griglia utilizzata per riportare il disegno sulla tela), e pochi colori nella gamma dei bruni e degli azzurri è rappresentato un giovane a torso nudo, col volto nascosto dal braccio sollevato, intento a colpire col martello un ferro caldo sull’incudine (secondo l’immagine di Vulcano, dio del fuoco nell’antichità classica) di fronte alle ciminiere di una città industriale. L’assenza di tratti distintivi nel giovane rende più chiaro il valore esemplare della scena, che esalta l’importanza del lavoro fisico e la capacità produttiva delle fabbriche.
L'opera e il Museo
Come le altre opere che facevano parte del Ricovero di Mendicità, divenuto nel 1924 Istituto professionale e casa di riposo “Giovanni Pascoli”, questa tela e le altre 3 allegorie che componevano il ciclo del fregio, sono entrate a far parte delle raccolte civiche nel 1992 quando l’Istituto è diventato di proprietà comunale.
Condividi su:
