Garibaldi
- Data: 1907
- Materia e tecnica: olio su tela
- Misure: cm 198x179
- Firma e scritte: firma in basso a destra “P. Nomellini”
- Acquisizione: acquisto da Maria Teresa Mascagni, 1980
- Inventario: 1991/1122
L'artista e l'opera
Il pittore livornese Plinio Nomellini realizza questo dipinto a 40 anni, quando vive a Torre del Lago (Lucca). Garibaldi è ormai scomparso da 25 anni ma l’artista gli dedica diverse opere, elevandolo a simbolo e mito. Garibaldi è realizzato per un progetto più ampio: la Sala Internazionale L’Arte del Sogno alla VII Biennale di Venezia del 1907, ideata da Nomellini con l’artista fiorentino Galileo Chini per evocare la grandezza del passato e auspicare un analogo futuro. Nella Sala sono esposte opere di importanti artisti come Gaetano Previati e altri 3 dipinti di Nomellini: Gli insorti, Alba di Gloria, La nave corsara.
L'opera
Accanto a una schiera avanzante di volontari in camicia rossa, si staglia fiero Garibaldi con la spada nella destra e il poncho sulla camicia rossa. È in sella al suo cavallo, qui bruno e non bianco come nella realtà affinché risalti maggiormente sulla luce proveniente dal cielo che si sta aprendo sopra l’Eroe. In primo piano un trombettiere suona la diana per incitare alla battaglia. Il prato è iridescente, mosso e sfilacciato dai sottili colpi di colore. Non si tratta di un fatto storico preciso ma di una intensa rievocazione dell’epopea garibaldina.
L'opera e il Museo
Il dipinto, nonostante i commenti negativi della critica, ha fin da subito grande successo di pubblico: alla Biennale di Venezia del 1907 è acquistato per 3.000 lire dal compositore livornese Pietro Mascagni, che il 4 giugno scrive a Nomellini di sentirsi «orgoglioso» di possederlo. Qualche anno dopo è Giovanni Pascoli a ricordare al pittore: «Quando io vidi in una nera cartolina il tuo rosso Garibaldi, dissi: Questa è la poesia più bella che su Garibaldi sia stata fatta» (5 ottobre 1910). Viene acquistato dal Comune di Livorno nel 1980 dalla nipote di Pietro Mascagni, Maria Teresa.
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