Ritratto di Vincenzo Cabianca
- Data: 1868 circa
- Materia e tecnica: olio su tela applicata su tavola
- Misure: cm 22x19
- Firma e scritte: firma in basso a destra “G. Boldini"
- Acquisizione: lascito testamentario di Giuseppina Bianchi, 1978
- Inventario: 1957/1679; 1991/1052
L'artista e l'opera
Quando realizza questo dipinto datato degli studiosi al 1868 circa, il pittore ferrarese Giovanni Boldini ha poco più di 25 anni. Da 3 anni vive a Firenze (1864-71), dove frequenta il Caffè Michelangiolo, punto di ritrovo degli artisti, ed è legato al gruppo dei “macchiaioli”, di cui in parte condivide la pittura per “macchie” di colori affiancate senza linea di contorno. Già portato per il ritratto, dal 1865 ne dedica molti ai pittori amici, tra cui Vincenzo Cabianca, rappresentato a volte a figura intera, altre a mezzo busto, come in questo ritratto, probabilmente uno dei primi realizzati.
L'opera
Da un fondo non caratterizzato, emerge la figura del pittore Cabianca, rappresentato di tre quarti e a mezzo busto. L’intensità del ritratto, dominato dai toni del bruno, è data dal gioco di luci e ombre: la luce proveniente da sinistra illumina parte del volto, mettendo in risalto lo sguardo profondo diretto verso lo spettatore, il naso affilato e le labbra carnose. Le pennellate sono minute per descrivere i tratti somatici aderenti al vero, veloci nella giacca marrone, corpose nell’intreccio cromatico del foulard, unica nota di colore del quadro.
L'opera e il Museo
L’opera, già parte della collezione di Ferdinando Mazzini, è stata ereditata dalla vedova Giuseppina Bianchi, che con lascito testamentario l’ha destinata al Comune di Livorno, insieme a opere di altri artisti quali Benvenuto Benvenuti, Ulvi Liegi, Giovanni Bartolena. La donazione è stata accettata con Delibera della Giunta del 21 marzo 1978.
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